Inanna, Regina del Cielo

Non potremmo cominciare meglio se non  con una panoramica di una delle figure più importanti  della Storia antica, la prima Dea Alata di cui si trovano testimonianze nella storia dell'umanità: 
Inanna, figura poliedirca e di primordiale potenza.

                                           
Inanna, chiamata talvolta con la forma Inana (in cuneiforme sumerico: , IN.AN.NA, forse con il significato di "Signora Cielo", o ''Regina del Cielo'', spesso ritrovata anche la forma MÚŠ con il significato di "Splendente"), è la Dea della fecondità, della bellezza e dell'amore con accezioni soprattutto erotiche (uno dei suoi epiteti è nu.gig, inteso come "ierodula") piuttosto che coniugali, presso il grande e antico popolo dei sumeri ; successivamente fu assimilata alla dea accadica, quindi babilonese e assira, Ištar (o Eštar), “Astarte” dai Fenici (nella lingua ebraica biblica il suo nome è עשתרת (traslitterato Ashtoreth), in ugaritico ‘ṯtrt, ‘Aṯtart o ‘Athtart, traslitterato AtiratAfrodite per i Greci e Venere per i Romani.

Ella era considerata regina dei cieli e della terra, la mitologia la descrive anche come guaritrice, donatrice di vita e compositrice di canzoni e poesie oltre che dispensatrice di grano e di abbondanza in generale.



                                   
  (Rilievo di Burney - British Museum, Londra)


Inanna offre un’immagine di sè dalle tante sfaccettature simboliche che suggeriscono l’idea di un femminile completo, che va al di là della funzione materna. Lei è contemporaneamente regina della terra e del cielo, della materia e dello spirito, dell’oscurità e della luce, dell’abbondanza della terra e guida celeste.
Guerriera, amante, madre, seduttrice, nella sua versione meno antica incarnava un femminile erotico e passionale: il potente, regale e indipendente femminile. Può rappresentare l’archetipo ideale della donna moderna, profondamente femminile, spesso madre e donna emancipata al tempo stesso, la donna “risolta”, che non ha paura di incontrare la sua ombra.


I numerosi miti su Inanna furono creati tra il 3500 a. C. e il 1900, ma probabilmente hanno origini anche anteriori. Nella loro versione originale si trattava sicuramente di miti pre-patriarcali. Tuttavia le storie che la riguardano dimostrano le incursioni del patriarcato nella progressiva sua perdita di status, tale per cui da “Dea di ogni cosa” gradualmente si trasformò in una seduttrice. Il fatto che nella preistoria fosse rappresentata come una Dea di fertilità della terra, come testimoniano le statuine che la ritraggono con grandi fianchi e seni prosperosi, mentre in seguito si trasformò in una “bella donna” è un chiaro sintomo dell’avvento del potere patriarcale.

 


I racconti ed il suo mito forniscono in primo luogo la trasposizione letteraria del ciclo stagionale e del ritmo della natura, con i suoi mutamenti, lo svuotamento e riempimento dei granai, la trasformazione dei cereali e dell’uva. In secondo luogo il mito della discesa negli inferi è indubbiamente la storia di un’iniziazione ai misteri.


Era patrona di tutte le emozioni quali amore, gelosia, gioia, dolore, timidezza ed esibizionismo, fino alla passione, l’ambizione e la generosità, Inanna fu eternamente giovane, dinamica, fiera, sensuale e libera. Una variante del suo nome è Ninnanna, che significa regina del cielo. E’ anche chiamata Ninsianna quale personificazione del pianeta Venere. Viene descritta come una dea riccamente abbigliata o completamente nuda. Il suo simbolo è la stella a otto punte.




(Dettaglio di un kudurru del re babilonese Meli-Šipak (1186–1171 a.C.), conservato al Museo Louvre di Parigi. La stella a otto punte, che indica il pianeta Venere, è il simbolo della dea mesopotamica Inanna/Ištar.)


Non fu mai una donna dalle caratteristiche coniugali, non fu mai dominata da alcuno, magnetica quanto indipendente. Sempre in movimento, alla ricerca della sua casa, del suo potere ed espansione territoriale.

Regina del cielo, dea delle piogge gentili e dei terribili acquazzoni, dea del mattino e stella della sera, regina della terra e della sua fertilità, ma anche dea della guerra e dell’amore sessuale.
Più estroversa persino di Afrodite, era una dea molto attiva. Molti furono i nomi attraverso cui il suo culto si diffuse trasformandosi (Ishtar, Iside, Neith, Meti, Astarte, Cibele, Afrodite, Brigit), tuttavia tutte le dee che vennero dopo di lei vengono descritte come molto meno potenti di quanto lo fosse Inanna.



Molti altri dettaggli di questa divinità saranno trattatati nei prossimi post, parleremo di mitologia, poesia, storia, spiritualità e tante altre curiosità riguardo questo personaggio ci eccezionale magnificenza.





Fonti:

De Shong Meador B., Inanna. Signora dal cuore immenso, Venexia, Roma 2009
Eliade M., Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi, Edizioni mediterranee, Roma 2005
https://it.wikipedia.org/wiki/Inanna
https://lagrandedea.forumfree.it




Commenti

  1. È bellissimo sentir parlare di Inanna, Dea alla quale sono molto legata.
    Complimenti per il blog!!

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